LE ATTIVITA DI IBIMET-CNR SEDE DI BOLOGNA NEL COMPARTO OLIVICOLO: PREZIOSA ZEOLITITE!
Da qualche anno le attività di IBIMET-CNR sono state incentrate anche sullo studio delle zeolititi e delle loro applicazione nel settore olivicolo. Le zeolititi non sono molto conosciute dagli operatori del settore agricolo, alcuni ne hanno sentito parlare in passato ma con scarsi risultati nelle applicazioni agricole, altri le conoscono per il loro utilizzo in altri settori come quello edile, industria della carta, depurazione di reflui civili, zootecnici e industriali e recentemente anche nel settore salutistico. Le zeolititi infatti per i suoi effetti depurativi può essere assunta, in concomitanza di terapia farmacologiche, facilitandone così l’eliminazione, in quanto le zeolititi agiscono come scavenger del sistema ossido riduttivo ematico grazie alla loro capacità di decontaminazione nei confronti dei radicali liberi ( Dogliotti et la 2011).
Spesso le zeolititi vengono definite con nomi impropri o generici come: zeoliti sedimentarie o zeoliti naturali, tufi ricchi in zeolite, con il termine zeolitite, recentemente introdotto da Galli e Passaglia 2011, vengono definite in modo scientificamente corretto le rocce piroclastiche diagenizzate a prevalente contenuto (superiore al 50%) in zeolite. Le zeolititi contengono al loro interno specie zeolitiche come la clinoptilonite in quantità variabile (40-60%) ritrovabili nei tufi acidi di molte nazioni europee (Slovenia, Cecoslovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Grecia) ed extraeuropee (Turchia, Federqazione Russa, USA, Cuba, Giappone, Cina e Australia), la chabasite e phillipsite (60-70%) presenti nelle rocce piroclastiche in molte regioni italiane dell’Appennino Centro Settentrionale.
E’ proprio su queste ultime che si sono concentrati gli interessi dell’industria estrattiva sia per il naturale interesse scientifico che per l’elevata potenzialità estrattiva date le notevole estensioni delle cave e data la loro costante concentrazione nella roccia.
Anche l’IBIMET-CNR sede di Bologna ha incentrato parte della sperimentazione del settore olivicolo sulle zeolititi a chabasite proprio per le loro proprietà distintive che le rendono particolarmente idonee alle applicazioni in diversi settori agricoli; molto probabilmente in passato sono state fatte sperimentazioni nel settore agricolo utilizzando zeolititi non idonee e per questo motivo hanno fornito risultati non incoraggianti.
Nella classe mineralogica dei silicati, le zeoliti appartengono alla sottoclasse dei tettosilicati dove le unità strutturali tipiche di tutti i silicati (tetraedri SiO4) sono unite tra loro originando una impalcatura tridimensionale estesa teoricamente all’infinito con conseguente tipica presenza di grosse cavità occupate da cationi (essenzialmente Ca, K, Na) e da molecole d’acqua, cavità collegate fra loro e quindi con l’esterno del cristallo mediante canali di dimensioni molecolari.
La prevalente (>50%) presenza di zeolite nella roccia di appartenenza, unitamente alla tessitura della roccia stessa conferisce alle zeolititi le seguenti peculiarità chimico fisiche:
- Capacità di scambio cationico elevata (150 – 200 meq/100g) e selettiva per cationi a basso potenziale ionico (NH4, K)
- Disidratazione reversibile
- Elevata ritenzione idrica
- Permeabilità
- Resistenza meccanica
- Bassa densità
I primi 4 punti sono particolarmente interessanti per le applicazioni in campo agricolo, IBIMET-CNR sta infatti testando le proprietà della zeolitite nella protezione da attacchi di mosca dell’olivo, da malattie funginee. Sono in corso anche diverse prove per provare l’effetto della zeolitite distribuita al terreno sullo sviluppo dell’olivo, nella produzione vivaistica di piante di olivo certificate viene inoltre determinata l’influenza della zeolitite in fase di radicazione e in fase di accrescimento in vaso.
Durante l’estate 2014, caratterizzata da temperature miti e piogge abbondanti, la mosca dell’olivo si è fortemente diffusa causando gravi danni alla qualità finale degli oli prodotti, anche l’annata 2016 ha visto forti attacchi di mosca con riduzione della qualità degli oli in diverse regioni italiane. Numerose aziende in regime convenzionale si sono viste quindi costrette ad effettuare vari trattamenti con prodotti sistemici a base di dimetoato che ha un forte impatto ambientale ed è caratterizzato da tempi lunghi di carenza con il rischio di residui nel prodotto olio. Nonostante gli interventi antiparassitari nel 2014 la lotta contro questo dittero non sempre è stata efficace; le aziende in regime biologico, non disponendo di efficaci strumenti di difesa, sono state costrette a lasciare il prodotto sulla pianta per il forte attacco di mosca conseguendo una notevole perdita economica. Si desume quindi la necessità di trovare sia alternative al dimetoato, nelle aziende convenzionali, sia migliori possibilità di difesa per le aziende biologiche. Per questo tipo di parassital’utilizzo di un prodotto naturale a impatto ambientale zero quale la zeolitite e che crea un effetto barriera contro l’ovideposizione, potrebbe rappresentare un valido strumento di difesa per l’olivicoltura emiliano romagnola.
L’utilizzo di prodotti naturali e quindi a basso impatto ambientale quali la zeolitite come prodotto per il controllo della mosca dell’olivo e di alcune malattie crittogame, può rappresentare uno strumento per la riduzione dell’uso di pesticidi di sintesi i cui residui possono influire sulla salubrità del prodotto ed avere un forte impatto sull’ambiente. L’apporto di zeolitite al terreno, svolgendo una funzione di carrier di elementi nutritivi e di ammendante, rappresenta un valido strumento per una riduzione dei fertilizzanti di sintesi, diminuendo così i fenomeni di dilavamento e contribuendo così al miglioramento delle acque e del suolo.