La riscoperta degli olivi a Monteveglio

L’articolo è curato dalla Dott.ssa Stefania Remondini del Parco regionale dell’Abbazia di Monteveglio ed è tratto dal progetto di educazione ambientale intitolato “La ricomparsa degli ulivi”. Per informazioni contattare la Fondazione Villa Ghigi tel. 051 3399084, e.mail fondazione@fondazionevillaghigi.191.it.

È ipotizzabile che l’esistenza delle piante d’olivo nella valle del Samoggia risalga all’epoca dei romani. Questi ultimi diffusero la coltivazione degli olivi in tutto l’impero ed anche nell’area Cispadana. Tale situazione è confermata da ritrovamenti di semi e pollini di olivo nell’area Modenese e Bolognese. Per quanto riguarda la valle del Samoggia, un reperto xilologico tardoantico, proveniente dal pozzo Casini di Bazzano e conservato nel museo locale “A. Cresepellani”, è la testimonianza più lontana nel tempo della presenza di questa essenza in zona. Si tratta di una ciotola di manifattura locale ottenuta da un nodulo d’olivo. Essa rappresenta un reperto importante, in quanto è l’unico oggetto realizzato in legno d’olivo in tutta la regione Emilia Romagna. La provenienza del legno stesso dovrebbe essere locale.

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